Sicurezza ed efficacia nell’utilizzo della terapia di combinazione di Rosuvastatina ed Ezetimibe in paziente affetta da epatite autoimmune

Un caso di studio

In letteratura medica è oramai comprovata la performance della terapia ipolipemizzante orale di combinazione con rosuvastatina ed ezetimibe nella popolazione ‘real life’.

Esistono sicuramente meno evidenze dirette circa l’efficacia e la sicurezza di tali terapie in pazienti affetti da patologie autoimmuni a coinvolgimento epatico, sicuramente ad incidenza non frequente. Riportiamo in questa esperienza il caso clinico di una donna di 65 anni.

In APR:

  • 1999: prima diagnosi di LES a variante proliferativa CD8+ (coinvolgimento cutaneo, in terapia con azatioprina e deltacortene);
  • 2002: prima diagnosi di epatite autoimmune, posta in terapia con aziatoprina e deltacortene + breve periodo di ciclofosfamide; nel 2009 riacutizzazione di patologia, necessitante RO;
  • 2013: prima diagnosi di artrite reumatoide, posta in terapia con anti-TNF;
  • 2017: ictus cerebri ischemico;

Collateralmente: ipercolesterolemia in terapia con integratori alimentari; pregresse tonsillectomia ed ovariectomia destra per cisti (2001); micosi fungoide/parapsoriasi; osteoporosi; lichen del cavo orale; sindrome sicca.

Terapia domiciliare

Enbrel 50 mg1 fl/settimana, Azatioprina 50 mg 2 cp mg/die, Deltacortene 10 mg die, Omeprazolo 20 mg/die, Deursil 450 m/die, Serpax 1 cp sera die, CardioASA 100 mg 1 cp, Dibase 20 gtt/sett, Forsteo, CacitD3, Talavir 500 mg/die, Citalopram 10 mg die, Sideral forte 1 -2 cp die, Armolipid plus 1 cp, Tachidol al bisogno o Targin se occorre.

La paziente negli anni si è sottoposta a regolare follow-up in ambito epatologico ed immunologico, con ottenimento di remissione clinica e laboratoristica della patologia autoimmune grazie alla terapia in atto. Veniva però persa al FU in ambito cardiovascolare dopo l’evento ischemico cerebrale occorso nel 2017.

A valutazione internistica del novembre 2021 la paziente esibiva esami ematochimici completi di colesterolemia (colesterolo totale/HDL/LDL 318/81/209 mg/dL) e trigliceridemia (146 mg/dL). Stante il riscontro di severa ipercolesterolemia e l’assoluta inadeguatezza dei valori di colesterolemia frazionata LDL in relazione al pregresso ictus cerebri, veniva introdotta in prima istanza terapia con rosuvastatina 5 mg/die, ben tollerata ed integrata con ezetimibe 10 mg (Rozetimad 5/10 mg 1 cp la sera) in occasione di valutazione di controllo internistica a distanza di alcuni mesi.

Nel dicembre 2022, in occasione di rivalutazione in ambito gastro-enterologico, la paziente esibiva profilo lipidico di controllo che documentava netta riduzione dei valori di colesterolemia rispetto al basale (colesterolo totale/HDL/LDL 192/78/95 mg/dL, trigliceridi 110 mg/dL), seppur i valori di colesterolemia LDL non fossero ancora a target per classe di rischio cardiovascolare (< 70 mg/dL). Veniva pertanto in tale sede richiesta consulenza internistica ed incrementata terapia ipolipemizzante orale con Rozetimad 10/10 mg.

Si noti che in corso di terapia di combinazione statina/ezetimibe, la paziente si è sempre mantenuta asintomatica per sintomi di pertinenza gastro-intestinale, ad eccezione di unico intercorrente episodio di alvo diarroico, ad origine verosimilmente virale.

Gli esami ematochimici inerenti gli indici di flogosi hanno confermato lo stabile spegnimento del fenomeno flogistico inerente alla patologia autoimmune di fondo. Nelle prime settimane di terapia con rosuvastatina, si è rilevato un lieve incremento dei valori di gamma-GT e LDH, entrambi non significativi, a regressione spontanea senza necessità di sospensione o riduzione della terapia stessa in atto.

Nel momento di stesura di questo caso studio, la paziente era attesa a breve per sottoporsi a visita internistica di controllo; in tale sede, in relazione agli esami ematochimici ed alla clinica della paziente, sarebbe stata giudicata la necessità di incrementare ulteriormente la terapia ipolipemizzante in atto o di aggiungere terapia ipolipemizzante di linea più avanzata.

In ogni caso, è stato evidente come l’introduzione di terapia con Rozetimad sia stata fondamentale nell’ottenere riduzione dei valori di colesterolemia totale e frazionata LDL; non si sono inoltre manifestati effetti collaterali o intolleranza gastro-enterica, nonostante il metabolismo almeno parzialmente epatico della terapia ipolipemizzante introdotta.

Dott. Filippo Billi
Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – UO Medicina Interna ad Alta Intensità di Cura

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